Uomini e donne usciti dietro al Signore
19 settembre 2025
Dal Vangelo secondo Luca - Lc 8,1-3 (Lezionario di Bose)
1In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C'erano con lui i Dodici 2e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; 3Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
Gesù, Figlio dell’unzione, “profumo” (7,46) che si spande “di città in città, di villaggio in villaggio” (8,1) guida donne e uomini che “seguono le sue tracce” (Cfr. 1 Pt 2,21) verso l’ “amare più Lui della propria vita…”, l’essere capaci di “portare la propria croce” (14,26-27).
“Come il Figlio dell’uomo che non è venuto per farsi servire ma per servire…” (cf. Mt 20,28) Gesù educa al servire, alla “diaconia” (8,3), vive lui per primo da esiliato-espropriato.
Gesù ha appena fatto esperienza del suo proprio “corpo preparato” (cf. Sal 40,7), corpo ricevuto in dono dal Padre, come unico e vero luogo della salvezza che si raggiunge grazie alla fede e alla pace riconosciute operanti in sé e negli altri (7,50).
Chiede a tutti quelli che lo seguono di custodire e rinnovare il desiderio di cambiare, destarsi e restare desti, e quindi far prima “uscire i sette demoni” (8,2), e poi lasciare accadere un “grembo” (1,31) libero perchè generante.
Possiamo così immaginare la vicenda di “uscita” di “Maria”, la prima chiamata per nome dal Risorto (cf. Gv 20,16), il suo atto ripetuto di “amare più Lui che la propria vita: “Mi alzerò e perlustrerò la città, i vicoli, le piazze, ricercherò colui che amo… L’ho cercato, ma non l’ho trovato…. Avete visto colui che amo?” (cf. Ct 3,2)
Poi c’è la vicenda di “uscita” di “Giovanna” che ha dovuto rinnegare potere e violenza. Giovanna è moglie di “Cusa”, che era amministratore di Erode (8,3), dal cui “lievito” Gesù aveva chiesto di “guardarsi, di fare attenzione!” (cf. Mc 8,15).
Ancora, la vicenda di “Susanna”, di cui non è detto niente, ma ci può bastare l’etimo antico del suo nome Shoshanna che ci rimanda ai “gigli del campo” (cfr. Mt 6,28) eletti da Gesù a suoi e nostri maestri.
“Susanna” la possiamo così accostare a “Maria, la sorella di Marta” che da un preciso istante cambia la sua vita e sceglie di “sedere ai piedi” (10,39) di Gesù, “non fatica e non fila” (12,27) ma ascolta come “i gigli” e “tutta la creazione!” (cf. Rm 8,22). Susanna sceglie di uscire verso “la parte buona”, quella della sapienza e trova “grande godimento nella sua amicizia” (cf. Sap 8,18)
“Giovanna” forse provocando scandalo almeno in Cusa, il marito nominato, esce dalla loro casa probabilmente colma di “beni” (8,3) che ora condivide in viaggio con un gruppo di donne e uomini che imparano ad es-propriarsi.
Maria nella sua ricerca continua resterà presso la croce (cf. Gv 19,25), siederà davanti alla tomba (cf. Mt 27,61), piangerà (cf. Gv 20,11) cercando il corpo dell’amato. Ha sicuramente già pianto altre volte, sicuramente “all’uscita dei sette demoni”, e impara così a dimorare nel “pianto che disseta con lacrime abbondanti” (cf. Sal 80,6), il pianto della compunzione, pianto di uscita verso l’essere “annunciata-annunciante” il “Rabbunì”, il Maestro-Signore della pace (cf. Gv 20,18-19).
Susanna, Giovanna e Maria stanno imparando a vivere il cambiamento permanente della loro vita, rinunciano alla propria giustificazione, rinunciano alla tentazione di cristallizzarsi in un personaggio. Stanno imparando ad “amare più Lui della propria vita”, stanno imparando a “portare la propria croce”, “a conservare la parola e portare frutto con pazienza” (8,15).
fratel Giuseppe