Ricevere luce per dare luce
22 settembre 2025
Dal Vangelo secondo Luca - Lc 8,16-18 (Lezionario di Bose)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 16«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. 17Non c'è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. 18Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».
“Voi siete luce nel Signore, camminate come figli della luce”: questa affermazione che è anche una esortazione di Paolo ai cristiani di Efeso (EF 5,8) può essere un buon commento al breve brano evangelico di oggi, brano costituito dalle ultime parole di Gesù nel discorso in parabole secondo Luca.
Siamo chiamati a lasciar brillare alta la luce della Parola che ci è donata dal Signore affinché chi entra nella nostra casa, ovvero chi ci incontra, chi entra in relazione con noi, la veda, ne sia a sua volta illuminato e alla sua luce possa camminare: “La tua parola Signore è lampada ai miei passi, luce sul mio sentiero” (Salmo 119,105).
Come la luce è chiamata a irradiarsi, a illuminare ogni cosa rivelandone i contorni, i colori, le forme, così la parola di vita che quotidianamente riceviamo, che ci nutre e ci orienta, deve poter brillare attraverso di noi oltre di noi e raggiungere altri che, grazie ad essa, possano vedere e possano essere visti. Sì, perché la luce non solo serve agli occhi di chi guarda ma serve anche per strappare dal buio, dal nascondimento e dal segreto, le cose, le persone e ogni creatura.
La metafora della luce viene spesso utilizzata nella Scrittura per parlare sia della parola di Dio sia più genericamente del dono di vita di Dio, perché la luce, come l’aria, il pane e l’acqua, è un elemento essenziale alla vita: non è un caso che secondo il libro della Genesi il primo atto che Dio compie nel creare l’universo è proprio separare la luce dalle tenebre: “Dio disse: ‘Sia la luce’ e la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre” (Gen 1,3-4).
Gesù stesso applicherà a sé questa immagine: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12).
Ricevere la luce per ricevere la vita; ricevere la luce per donare, irradiare a nostra volta la luce; ricevere la luce attraverso un ascolto attento. “Fate attenzione a come ascoltate”: se in Marco 4,24, nel testo parallelo al nostro, l’accento cade su cosa ascoltare (“Fate attenzione a quello che ascoltate”) nella versione di Luca invece è molto importante il come ascoltare, la qualità dell’ascolto perché, lo sappiamo bene, c’è ascolto e ascolto: si può ascoltare ma essere distratti, si può ascoltare ma subito dimenticare, si può ascoltare con le orecchie ma non con il cuore, e via dicendo. Gesù invece ci chiede un ascolto attento, profondo, che sappia trasformarci, renderci luminosi, capaci di irradiare quella Parola che riceviamo da lui e che siamo chiamati a trasmettere agli altri.
Noi non siamo la luce, ma siamo chiamati a portare la luce, come una lampada che fa brillare la sua fiamma alta nella casa, illuminando ogni cosa attorno a sé. Gesù ci invita ad avere un ascolto capace di ricevere per non illuderci di avere già ciò che lui solo può donarci ogni giorno come pane quotidiano, come parola di vita. Sì perché la lampada deve essere costantemente alimentata affinché la luce possa continuare a brillare alta e non spegnersi mai.
sorella Ilaria