29 luglio 2025
“Tocca fare tutto a me in questa casa”, sarà stato uno dei possibili pensieri di Marta durante la visita di Gesù vedendo la sorella del tutto incurante dello sforzo che stava facendo per mettere a proprio agio l’ospite.
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28 luglio 2025
Gesù può essere visto e come seme e come campo e come colui che semina. La parabola è come un prisma con aspetti diversi e più prospettive affinché la luce del Regno possa scintillare ai nostri occhi.
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26 luglio 2025
Matteo ha fin qui presentato l’attività generosa e rassicurante del seminatore e l’accoglienza differenziata e problematica della “Parola del Regno” (v.19). Ora Gesù inizia a descrivere il Regno dei cieli e, con il primo di una serie di paragoni, continua a parlarci del campo in cui viviamo e che siamo, ma portando l’attenzione non tanto sul “dopo” quanto sul “prima”.
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25 luglio 2025
Giacomo, figlio di Zebedeo, del quale facciamo memoria oggi, è uno dei primi discepoli scelti da Gesù, insieme con Giovanni, suo fratello, e subito dopo Pietro e Andrea. Tutti e quattro erano pescatori, per cui la loro dimora era praticamente il lago di Tiberiade che gli evangelisti Marco e Matteo preferiscono chiamare “mare di Galilea”, cosa che permette di vedere nella loro chiamata una liberazione dalle potenze del male che in fondo al mare hanno il loro antro.
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24 luglio 2025
“Perché parli loro in parabole?” chiedono i discepoli a Gesù; perché non parli in modo chiaro, esplicito, senza simbolismi e analogie, in modo che tutti possano capire? E così potranno accogliere te e il messaggio che tu porti. È qui l’errore: pensare che in tal modo tutti possano capire, pensare che se Gesù non avesse usato le parabole per raccontare il regno di Dio tutti avrebbero capito senz’altro il suo messaggio e allora lo avrebbero accolto.
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23 luglio 2025
Il modo di coltivare tipico del medio oriente al tempo di Gesù è molto diverso da quello di oggi, in particolare in occidente. Oggi si cerca la sicurezza che là dove cade il seme il terreno sia fertile perché possa rendere al massimo; nella parabola di Gesù, al contrario, il seme viene sparso ovunque anche in punti in cui è evidente che non potrà crescere niente.
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22 luglio 2025
Facciamo memoria oggi di Maria Maddalena, la “apostola degli apostoli”, come la definisce San Tommaso d’Aquino. A lei per prima, infatti, è apparso il Signore Risorto, e lei per prima è inviata a portare agli apostoli l’annuncio: “Ho visto il Signore” (v. 18).
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21 luglio 2025
L’annuncio di Gesù sull’imminenza del Regno dei Cieli, accompagnato da segni di guarigione, incontrava forti resistenze nella generazione in cui visse. In particolare, i responsabili religiosi del popolo — scribi, farisei e sadducei — lo osteggiavano apertamente e lo rifiutavano. Per questo motivo, troviamo in Gesù anche parole dure di giudizio, come quando rimprovera quella generazione, definendola “perversa e malvagia” (v. 39).
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19 luglio 2025
Il Vangelo di oggi consiste nella più lunga citazione dell’Antico Testamento che si legga in Matteo. La citazione è tratta da Isaia, e in particolare da quello che viene impropriamente considerato come il primo “canto del Servo” (Is 42,1-4), benché non si tratti di una confessione personale, ma della presentazione profetica di una figura regale senza nome, che già secondo l’antica esegesi targumica è il Messia: “Ecco, il mio servo”.
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18 luglio 2025
Nel racconto evangelico di Matteo troviamo spesso delle citazioni dell’Antico testamento per far vedere come si compiano nel Nuovo testamento con la venuta di Gesù di Nazareth.
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17 luglio 2025
Gesù comprende e ci consegna queste parole proprio nel momento del suo fallimento. Ecco il nuovo sguardo che oggi il vangelo ci dona: i fallimenti possono riportarci alla nostra verità e piccolezza amata da Dio, mentre i successi ci mentono.
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16 luglio 2025
Il Vangelo di oggi inizia con una domanda che Gesù rivolge ai suoi interlocutori, ma forse anche a ciascuno di noi: a chi può paragonare i suoi contemporanei, quella generazione così diversa eppure così simile a ogni generazione?
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15 luglio 2025
Fede non è se non “domanda”. E si accompagna a quell’atteggiamento interiore che interroga e cerca di decifrare gli eventi, non rimane al punto di comprensione che sembra gratificare, ma si spinge oltre nella ricerca di un senso più profondo.
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14 luglio 2025
Nel capitolo 10 Matteo ci racconta come Gesù chiama a sé i discepoli e li invia, dando loro indicazioni, istruzioni, regole e avvertimenti. Il testo di oggi inizia con un monito molto forte, un annuncio che ci scuote: “Non sono venuto a portare pace, ma una spada” (v. 34). Sembra quasi una contraddizione nell’annuncio dell’evangelo, una parola dura che ci tocca e ci pone la domanda: “Perché Gesù ci dice questa parola?”
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